Vi interessa conoscere come, grazie alle sinapsi, i neuroni comunicano tra loro? L’appuntamento allora è a Varese, mercoledì 14 maggio, Padiglione Morselli, aula 2TM. Se invece è sulla geografia e sulla pianificazione dei sistemi turistici che volete informazioni dovete andate oggi stesso a Roma, all’Università degli Studi di Tor Vergata. Della sindrome del tunnel carpale e delle vecchie e nuove evidenze nella diagnosi e nel trattamento si è parlato lunedì, sempre a Roma, alla Sapienza nell’edificio di clinica ortopedica, in aula B.
A Napoli (la città che, con i suoi Atenei, è la vera capitale dell’iniziativa) sentirete parlare della decifrazione del codice genetico, della pittura miniaturistica di Benevento al tempo di Arechi II, degli elementi di meccanica quantistica per non fisici; a Genova dell’algoritmo di Gauss; a Lecce delle specie aliene lungo le coste pugliesi; a Potenza dell’insegnamento retorico e filosofico nell’antichità, della logica, dell’uomo nell’età della tecnica; a Pavia dei cambiamenti climatici; a Perugia dell’etica della rete: rischi e opportunità della società della conoscenza.
Ce ne è per tutti i gusti. Accanto ad innumerevoli visite guidate dagli stessi studenti o dai docenti nei laboratori o negli edifici del sapere. L’iniziativa nazionale, che per una settimana (12-17 maggio), spalancherà le porte degli Atenei e dei Dipartimenti di tutta Italia con una infinita serie di lezioni aperte, divulgata e promossa anche dal sito Roars, è il frutto della collaborazione tra una serie di associazioni (tra le quali l’ADI (Associazione Dottorandi Italiani), l’ADU (Associazione Nazionale dei Docenti universitari), ARTeD (Associazione dei Ricercatori a tempo determinato), la FLC-CGIL) e di numerose Università o singoli Dipartimenti.
549 lezioni al motto di UNIperTUTTI, TUTTIperl’UNI. “Università e ricerca servono a tutti, e non solo a chi frequenta le lezioni o fa ricerca: in una società complessa come quella attuale senza ricerca e alta formazione restano possibili –per tutti- solo gli impieghi peggiori, di minor soddisfazione e retribuzione.” http://www.unipertutti.it/
“Le politiche che stanno smantellando l’Università pubblica sono disastrose per tutti, e non solo per quelli che nelle università lavorano o studiano. Una buona Università pubblica è utile per tutta la società, ed è “di proprietà” di tutta la società.” L’invito, prese le mosse dalle enormi difficoltà entro le quali si muove oggi il sistema di formazione avanzata del nostro Paese, è a conoscere e a ri-appropriarsi di un bene comune andando di persona, visitando, ascoltando.
Mi direte: ma io nella sala operatoria, quando un chirurgo opera, non posso entrare, ed allora perché spettacolizzare il nostro lavoro? E’ almeno da un ventennio che i nostri Atenei ed il personale docente si vedono sbattuti sulle prime pagine dei giornali solo in negativo: le Università italiane come covo di Baroni arroganti e prepotenti; le nefandezze dell’abilitazione scientifica nazionale; le inchieste aperte sui concorsi; le posizioni infime che i nostri centri del sapere hanno nei ranking internazionali.
“I professori sono novelli Caligola, con in più il fatto di promuovere anche asini patentati in difetto di cavalli” titola Il Foglio di ieri riproponendo l’articolo comparso sull’Espresso del 9 maggio: I baroni regnano sull’Università.
Che il sistema del reclutamento sia tutt’altro che perfetto e che l’ASN abbia prodotto guasti e danni inenarrabili è fuori di discussione. Il problema però è che è solo questa la faccia della medaglia che compare, che ha spazio nei media, sulla stampa e che, ormai solitaria, alligna nell’immaginario collettivo.
Nell’Italia che conta il numero dei laureati tra i più bassi dei Paesi dell’ OCSE, a parlare con i diciottenni ti fai chiara l’idea che l’Università è sentita come un’istituzione inutile, totalmente priva di senso, di fascino e di autorevolezza.
E’ proprio da qui, spalancando le porte degli Atenei, che bisogna ripartire.
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