Galatea, per esempio: lei sì che sa raccontare l’antico. Sa fare storytelling, come si dice oggi. “Teleolimpo” è lo slogan dei suoi studenti di scuola media, quando racconta in classe le storie dei greci e dei romani. “Badilate di cultura” è la sezione del suo blog dedicata all’antico. Che convive tranquillamente con i commenti di politica, di società, con le storie di paese (per chi ancora non lo sapesse, Galatea è una delle blogger più seguite del web). E convive così bene l’antico col moderno, che a gennaio un suo post su Didone, scritto ancora nel 2009, ha fatto il giro del web con oltre 300mila lettori, e continua a collezionarne. L’ha letto pure l’editore Castelvecchi che ha proposto a Galatea di fare un libro, ed eccolo qua fresco di stampa, da domani in tutte le librerie.
Bella la copertina eh? E all’interno troverete una galleria di personaggi del mondo antico, dai mitici Ulisse e Penelope ai grandi di Grecia (Temistocle, Pericle, Alessandro) agli imperatori di Roma e le loro donne. Scordatevi però le algide statue che ammirate nei musei, oppure coloratele e fatele muovere, parlare, gridare. Perché Galatea è così, riesce a farti sentire gli antichi un po’ tuoi amici.
Didone, per esempio: ma perché le donne toste perdono la testa per gli Enea? Perché tu, Didone, regina bella, intelligente, scaltra, affascinante da morire, ti annichilisci di fronte a quel buonoanulla che non sa decidersi mai? Che non ti amerà mai come tu vorresti, impegnato com’è a contemplarsi l’ombelico? Che di fatto non sa amare né tantomeno agire, perché troppo preso a piangersi addosso? Lo stile di Galatea è fresco, frizzante, colloquiale. Indaga il carattere dei personaggi antichi, cerca di capire che tipi fossero veramente, e rivela pensieri e comportamenti non dissimili da quelli attuali. Elena bellezza algida, sempre al di là di ogni evento. Penelope donna che sa cosa vuole, e se lo piglia, “una che se Ulisse vuole tornare così tanto da lei, un motivo c’è”. Temistocle così machiavellico, che il buon Niccolò avrebbe dato l’anima per trovarselo fra le mani, al posto di un Cesare Borgia qualsiasi. Pericle l’aristocratico, che “non crede di essere il migliore al mondo, lo sa”.
Quando parla d’amore, Galatea somiglia a un’acutissima posta del cuore. Se indaga politiche e strategie, è così penetrante che potrebbe dar consigli ai premier del mondo. Così tra alcove, trame e battaglie giunge fino a Odoacre, l’ultimo grande antico con cui tutto crollò, o almeno così si dice. Presenta una carrellata che è anche uno spassoso ripasso della storia antica, e ti prende al punto che smetti di leggere solo all’ultima pagina. Perché quella di Galatea non è banale attualizzazione dell’antico: Didone pare sì, per certi versi, simile all’amica tua, però capisci anche che apparteneva alla fantasia di genti che non ragionavano proprio come l’amica tua. Erano diversi e questa diversità, fondamentale per far percepire lo spessore della storia, Galatea la mostra molto bene. E’ pur sempre una storica, e di valore, prima che insegnante: si capisce che ama profondamente ciò che racconta. Ne partecipa, pur con storico distacco. Forse è proprio questa la sua arma vincente, la partecipazione. Ed è così forte da trascinare anche i suoi lettori. Provare per credere.
Mariangela Galatea Vaglio, Didone, per esempio. Nuove storie dal passato, Edizioni Ultra, Roma 2014, euro 14
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