Il mito c’era una volta, c’è ancora e ci sarà sempre perché parla di noi, di ciò che siamo o vorremmo essere, e come ci siamo organizzati per vivere in questo mondo. Il mito insegna, dà regole fondamentali di sopravvivenza. Al mito noi crediamo. Per questo è imperituro. Bisogna però saperlo raccontare. Bisogna entrare nello “spirito mitico” fatto di elementi narrativi fissi da riproporre ogni volta come se fosse la prima volta. Bisogna averli assorbiti al punto da farli riemergere in una narrazione propria, originale, attuale. Da trasformarli ogni volta in quella vita vissuta che sa catturare ed entusiasmare chi ascolta. In quel “c’era una volta” che nessun bambino si stancherebbe mai di ascoltare. E’ ciò che ha fatto Giorgio Ieranò nel suo Olympos. Ha raccontato i miti antichi a noi che viviamo nel XXI secolo, col nostro linguaggio e le nostre immagini. Un po’ come aveva fatto Omero per i suoi Greci dell’VIII secolo a.C. Entrambi hanno narrato inventando, ma usando invenzioni così ancorate nel reale da diventare subito a loro volta realtà. Il mito è parola che, insegnando, genera comportamenti e cose.
Lunedì prossimo 23 gennaio, alle ore 18, parleremo di miti con Giorgio alla libreria Mel di via Nazionale a Roma. E ascolteremo la voce di una grande narratrice di miti, l’attrice Giovanna Bozzolo. A chi verrà, assicuriamo una serata “mitica”.
Effe
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