Si presenta come un Satyricon al femminile, ma è molto di più. Si è parlato di Sex and the City dell’antichità ma non c’è proprio paragone. Le Ragazze di Pompei di Carmen Covito non annoiano come le moderne comari d’oltreoceano. E sono infinitamente più ironiche, argute e divertenti. Sono sfacciate e indipendenti ma comunque attente alle convenzioni dell’epoca. Sanno intrecciare con disinvoltura la propria storia con la grande storia degli imperatori e della letteratura. E l’ironia non è solo verso se stesse e il proprio mondo. Lo sguardo pungente di Covito colpisce anche noi moderni che guardiamo all’antico, smascherando i nostri inutili riti e le nostre idee preconcette.
Per chi non lo sapesse: Covito non è una parvenu dell’archeologia. È nata a Castellammare di Stabia ed è cresciuta a pane e scavi nella scuola-museo di Libero D’Orsi. Conosce le terre vesuviane come le proprie tasche. Le Ragazze di Pompei è una lettura leggera e divertente ma storicamente impeccabile. E lo sguardo pungente sa bene dove colpire.
Barbera Editore, pagine 144, euro 13.
Bisogna ricordare inoltre che è l’autrice de La bruttina stagionata, un libro fondamentale.
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