“Che fine ha fatto la fornace romana di Albinia? Sarebbe idea bellissima per promuovere la Maremma: si è parlato di fare un museo, magari col sostegno delle aziende vinicole della zona, ma non si è fatto nulla. Tu ne sai qualcosa?”.
No, purtroppo, non ne so nulla e non ho saputo cosa rispondere alla produttrice di vino che giorni fa mi ha posto la domanda. Eppure, ero stata anch’io ad Albinia quando nel 2001 furono trovate le prime grandi fornaci. Era notizia così bella, che ne feci subito un paginone per Repubblica: trovata la fornace di produzione delle anfore che hanno portato vino di Maremma in tutta la Francia.
Avete letto bene: vendevamo vino ai Galli. E non poco ma tantissimo, a giudicare dalle dimensioni delle fornaci e dai milioni (letteralmente) di anfore di Maremma che si trovano in tutti i siti archeologici francesi. E pure vino scadente, che tanto allora i Galli non ci capivano niente.
La cosa durò per un periodo non breve tra II e I secolo a.C., fino a quando Giulio Cesare conquistò la Gallia e portò la coltivazione della vite anche lì. Poi, beh, si sa com’è andata a finire: i francesi hanno saputo vendere il loro vino meglio di noi. E noi siamo così stupidi, che ancora oggi nel nuovo millennio, non sappiamo vendere al mondo una notizia da urlo come questa. (altro…)