Il silenzio ha finora accompagnato lo scadere delle nomine (decatute lo scorso 20 febbraio) dei membri del Consiglio Superiore dei Beni Culturali e dei Comitati di Settore che, fino al 5 aprile 2012, agiranno in regime di prorogatio.
Dall’analisi dei numerosi documenti disponibili on line trapela solo l’appello di Matteo Orfini (responsabile cultura ed informazioni, PD). “In passato il Consiglio Superiore, grazie ad un sistema di nomina elettiva dei suoi membri, ha rappresentato il più alto ed indipendente organismo di consulenza del ministero. Oggi, al termine di una pletora di riforme spesso del tutto ingiustificate, quattro quinti dei suoi componenti è di nomina politica, in evidente contrasto con il principio di autonomia ed autosufficienza di istituzioni il cui ruolo è di pronunciarsi sulla tutela degli interessi collettivi connessi ai beni culturali”. In tal senso Orfini auspica una riforma dei due istituti (Consiglio Superiore e Comitati di Settore) al fine di renderli maggiormente autonomi svincolandoli da “ogni possibile condizionamento politico”
L’atto di nascita del Consiglio Superiore del Ministero dei Beni Culturali è nell’art.13 del Regolamento di riorganizzazione del Ministero (DPR, 26 novembre 2007, n. 233). Ne fanno parte i presidenti dei Comitati tecnico-scientifici, 8 eminenti personalità del mondo della cultura e 3 rappresentanti eletti tra il personale del Ministero. E’ il Ministro stesso a procedere, all’interno della rosa dei componenti, alla nomina del Presidente.
Basta scorrere i commi dell’articolo per comprenderne le funzioni:”Il Consiglio superiore esprime pareri, su richiesta del direttore generale centrale competente trasmessa per il tramite dell’Ufficio di Gabinetto” (comma 2). Su alcune questioni i suoi pareri sono obbligatori (sui programmi nazionali per i beni culturali e paesaggistici e sui relativi piani di spesa annuali e pluriennali predisposti dall’amministrazione; sugli schemi di accordi internazionali in materia di beni culturali), in altri, numerosi, casi l’obbligatorietà non è prevista. Il Consiglio può anche avanzare proposte al Ministro.
Lo stesso DPR, all’art 14, regola la costituzione e le funzioni dei Comitati tecnico-scientifici per i beni archeologici; architettonici e paesaggistici; per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico; per gli archivi; per i beni librari e gli istituti culturali; per la qualità architettonica e per l’arte contemporanea; per l’economia della cultura. Compito dei Comitati è di avanzare proposte per la definizione dei programmi nazionali e di esprimere pareri su richiesta del Segretario generale e dei Direttori generali centrali o regionali
E, finalmente, arriviamo al punto. Fermo restando la fondamentale rilevanza dei Consiglio Superiore in materia di programmazione annuale e triennale della spesa del Ministero (la sua approvazione è conditio sine qua non per il successivo passaggio alla Corte dei Conti), le compentenze dell’organismo sono esclusivamente consultive. “Il ministro può chiedere un’opinione al Consiglio, cosa che avviene assai di rado; oppure il Consiglio può inviare al ministro pareri non richiesti, il che avviene sovente. I pareri del Consiglio Superiore rappresentano un corpus a cui ogni ministro potrebbe ricorrere prima di prendere decisioni”: A. Carandini (Presidente uscente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali), Il nuovo dell’Italia è nel passato, Laterza 2012, p.66).
Ed allora, in attesa delle nuove nomine, qualora si vagheggino riforme, non è forse da auspicare anche che i pareri e le proposte da questo Comitato di saggi possano risultare un po’ più incisive e maggiormente vincolanti?
Elle
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