Il Duomo di Pozzuoli era chiuso da cinquant’anni, da quando nel 1964 un incendio lo devastò. Fu anche un incendio rivelatore, però: dietro gli stucchi barocchi apparvero la cella e le colonne del Tempio di Apollo romano. Quel Duomo, insomma, grazie all’incendio è diventato un posto incredibile dove leggere le età della storia su ogni pietra. Dove anche le crepe hanno un perché, un po’ come il Neues Museum di Berlino restaurato da David Chipperfield conservando memoria del bombardamento bellico. Ha dovuto attendere troppo tempo per mostrarsi nuovamente ai più, ma oggi è finalmente giunta la sua ora, e domenica vi si celebrerà la prima messa.
Sarà però un’oasi di vita all’interno di quel Rione Terra dove regnano ancora vuoto e silenzio. E’ il cuore di Pozzuoli ed è silente anch’esso da troppo tempo, dagli anni Settanta quando gli abitanti furono allontanati a causa del bradisismo e delle cattive condizioni igieniche, a cui nel 1980 si aggiunse il terremoto. Da allora il Rione Terra è un luogo surreale, con le transenne che ne bloccano gli ingressi, le case vuote e cupe che incombono sul mare. C’è solo, dal 1993, il timido rumore degli archeologi che scoprono la città romana sotto le case moderne, e dei restauratori che restituiscono decoro ai palazzi cinquecenteschi. Ma anche quei cantieri sono andati avanti a singhiozzo, mettendo periodicamente a rischio un centinaio di posti di lavoro. Nè case né lavoro: questa è la triste verità del Rione Terra, mentre potrebbe essere un gioiello con tante case e infinite possibilità di lavoro. Con un passeggio, bei palazzi, un “cuore” antico unico al mondo che tutto il mondo vorrebbe visitare. Potrebbe essere un centro ricco di gente e di storia, se si abbandonassero i megaprogetti invasivi e pervasivi, e si riportasse l’attenzione sul quotidiano.
E se la riapertura del Duomo segnasse l’inizio della riappropriazione popolare del Rione? Col tempo, senza fretta: nulla avviene dall’oggi al domani. Tutto va pensato, organizzato, pianificato come mai si è fatto da quelle parti. Ma questa ferita aperta nel cuore dei puteolani va assolutamente sanata. Anche perché il Rione Terra è il simbolo della rinascita economica e sociale dell’area flegrea tutta, e dunque non può essere lasciato ancora in balia di megaprogetti senza fine. Si deve riconquistare. Si può fare.
L’ha ribloggato su parolechesisussurrano.
Ti ho nominato per il premio Dardos.
Troverai tutto a questo link:
Vi ringrazio per tutti i vostri post puntuali e stimolanti.
Grazie a te! Grazie davvero.
Proseguiremo l’opera, diffonderemo anche noi