Riccardo Chiaberge lascia Il Fatto, e Saturno non sarà più Saturno. Dopo solo un anno di vita. Sopravviverà ma non si sa come, viste le variegate motivazioni che stiamo sentendo in questi giorni per la dipartita di Chiaberge. La sintesi però, espressa dall’amministratore delegato della società editoriale del quotidiano Giorgio Poidomani, è chiara: “la stragrande maggioranza dei nostri lettori ci ha detto che di Saturno non gliene fregava nulla”. Pare insomma che Saturno non portasse alcun contributo al valore del quotidiano. Ma altri discorsi meno generici sono forse ancor più preoccupanti. Si è detto che Saturno era troppo “difficile” per i lettori, e si è chiesto a Chiaberge di trasformarlo in un notiziario della cultura, piuttosto che un approfondimento. Di tornare insomma alla solita malefica cultura in pillole, alla notiziola spicciola, la bufala del “sai perché?” capace solo – oramai è assodato – di speculare sulla sete di conoscenza della gente. Sembra che la stampa italiana non si sia ancora accorta che oggi la gente, al contrario, snobba la conoscenza facile e ingannevole e cerca sempre più l’approfondimento. Non guarda più la scienza-spettacolo in tivù ma vuole sapere davvero, vuole capire. Vuole ragionare sui fatti della cultura e vuole anche conoscere meglio i retroscena e le politiche (quando esistono) della cultura. Un giornale come Il Fatto, che si propone di “dire quel che gli altri non dicono”, dovrebbe essere la sede ideale per svelare l’inconsistenza di tanta nostra gestione culturale che favorisce di fatto interessi privati, anche non leciti. Per far capire che all’ombra del disinteresse pubblico possono fiorire speculazioni anche ingenti. Saturno stava cominciando a fare tutto ciò, oltre a ragionar davvero di cultura. Il suo spegnersi non è però l’ennesima dimostrazione dell’adagio tremontiano che “con la cultura non si mangia”. Rivela piuttosto come, nonostante tutto quel che si dice sul valore della cultura per il progresso di una nazione, vince ancora chi continua a voler credere, o a far credere, che con la cultura non si mangia.
Effe
grande Effe, dal possibile necrologio che paventavo all’auspicabile atto di nascita di una nuova iniziativa di Chiaberge, prosegua il suo volo come l’Araba Fenice
[…] così. L’amministratore delegato della società editoriale del Fatto, Giorgio Poidomani, lo conferma: “la stragrande maggioranza dei nostri lettori ci ha detto che di Saturno non gliene fregava […]