Vie d’acqua

Tornare all’acqua. È sempre una bella idea. Specie dove l’acqua ha aggregato genti e le ha fatte viaggiare. Molte nostre città di pianura erano fatte di canali, più che di strade. E da sempre le comunicazioni e i commerci hanno viaggiato più per vie d’acqua che di terra. Dove  c’era l’acqua, lì arrivavano persone, merci, idee. È stato così più o meno fino all’Ottocento quando abbiamo costruito le prime grandi strade (dopo i Romani, ça va sans dire) e le prime ferrovie. E ci siamo scordati le acque: le abbiamo interrate riducendole a rigagnoli fetidi, e in molti casi le abbiamo proprio abbandonate. E l’assenza di manutenzione ha generato non pochi squilibri. Abbiamo perduto il rapporto con l’acqua, non sappiamo usarla né gestirla. Gli ingegneri della Serenissima, per fare un esempio, non avrebbero mai concepito ingombranti mostruosità come il Mose.  Mentre noi l’abbiamo pensato e fatto, e ne pagheremo le amare conseguenze.

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