Da Atene, Mary Beard posta questa foto sul suo blog. La conoscono tutti, è la casa del compositore Vangelis che due anni fa rischiava di essere demolita (come le altre dello stesso isolato) per “liberare la vista” dal nuovo Museo dell’Acropoli verso la sacra rocca. Nel nome della venerazione per l’antico, si era disposti a distruggere una casa che è parte integrante della storia urbanistica e architettonica della città moderna. La casa era già stata persino declassata e privata della tutela dal Ministero della cultura ellenico, proprio per lasciar agire le ruspe. Ma proteste da ogni angolo del globo hanno impedito lo scempio.
Beard ricorda però le insinuazioni di molti, che se Vangelis fosse stato uno qualunque, la sua casa non sarebbe stata risparmiata. E mostra cosa si legge oggi sulla sua facciata, al posto delle petizioni contro la demolizione: EAT THE RICH. Si riferisce a Vangelis o ai banchieri che salassano la Grecia?, si chiede Beard. Preferiamo la seconda risposta, però…
Sarà anche la rabbia a far scatenare comportamenti incivili, ma deturpare un patrimonio cittadino è comunque uno scempio intollerabile ovunque!!!!
se non mi sbaglio però non è questa la casa di Vangelis ma un’altra accanto!
Sì Spyros hai ragione, questa è la casa al n. 17 di Dionysiou Areopagitou, opera del 1934 di Vassilis Kouremenos, mentre quella di Vangelis è del 1908 ed è il n. 19 della stessa via (cioè la casa accanto). Nel seguire il ragionamento di Mary Beard, l’abbiamo acriticamente (e colpevolmente) seguita anche nell’errore. Grazie per averlo segnalato. Il ragionamento però sta in piedi comunque: le due case sono state accomunate dal medesimo destino. Prima salvate dalla demolizione, poi minacciate di sparire, poi salvate in extremis. Probabilmente anche grazie al nome di Vangelis…